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Casa Mater Dei

comunità di accoglienza mamma-bambino

Testimonianze delle suore

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Vivere la propria consacrazione religiosa di Figlie di S. Giuseppe a Casa Mater Dei è un vero dono di Dio, è grazia che dilata il cuore alla lode e al ringraziamento.

Le storie di vita, i volti, gli sguardi, i sorrisi e le lacrime che qui s’ incrociano, ci costringono a non perdere mai di vista “l’Essenziale” della nostra scelta e le motivazioni evangeliche del servizio ai più poveri.

Poter condividere il quotidiano da “donne consacrate”con queste mamme giovani, provenienti da paesi, culture e religioni diverse, segnate da umiliazioni, sofferenze e abbandoni, la cui unica ricchezza, spesso, è il figlio che portano in grembo o che, già nato, sorride, corre cammina ed ha voglia e diritto di sentirsi accolto, protetto e amato, è esperienza che scuote, interpella, talvolta inquieta… ma arricchisce profondamente sotto il profilo umano e spirituale.

È esperienza che ci sollecita a essere sempre in “uscita da noi stesse”, a stare con i piedi per terra e con il cuore aperto alle sorprese di Dio che, con Amore misericordioso e provvidente, tiene sempre sul palmo della Sua mano ogni suo figlio. Toccare con mano la sua fedeltà è gioia profonda e, nello stesso tempo, delicata responsabilità.

Molte volte alle persone che vengono a conoscere l’opera e che ci chiedono cosa facciamo noi suore, viene spontaneo rispondere che noi non facciamo nulla di speciale. In realtà chi opera veramente è il Signore. La nostra presenza è di “esserci” con benevolenza e amore, nel rispetto profondo, nella valorizzazione dei doni e delle risorse che ogni persona racchiude in sé. Il nostro servizio consiste, innanzitutto, nell’assumere nella preghiera le sofferenze e le angosce di ogni madre, di ogni bimbo a noi affidati, di condividere passo dopo passo il loro cammino, infondendo fiducia e speranza in un futuro più sereno e luminoso.

Insieme alle educatrici laiche, professionalmente preparate e che condividono la missione e lo stile educativo, viviamo la quotidianità semplicemente accogliendo, ascoltando, sostenendo, incoraggiando, orientando con benevolenza e dolce fermezza nell’attesa che ogni mamma diventi autonoma nell’educare, nel far crescere i propri bimbi e, terminato il percorso, nell’intraprendere nuova vita .

Se la donna è gravida, giovane o ancor più minorenne, il nostro impegno è di stare “in punta di piedi” e con venerazione di fronte al “mistero” che lei porta in sé. La sua presenza insegna a noi l’arte, mai troppo appresa, di “dare la vita” di saper attendere, pazientare, soffrire, sognare, stupirsi, di fidarsi e sperare, di aprirsi alle “sorprese” di Dio. Perché ogni vita che si schiude alla luce, ogni bimbo che viene al mondo è davvero un miracolo che Dio rinnova sotto i nostri occhi. È mistero unico e irrepetibile!

La nascita di un bimbo porta nei cuori di tutti grande gioia, una ventata di emozioni, di stupore e di meraviglia. Quando questo avviene l’intera Comunità trepida, prega, gioisce, ringrazia. È in festa.

Talvolta però, come in una famiglia, succede che una mamma viva momenti di buio o vada in crisi per giorni perché non riesce a intravedere la soluzione ai suoi problemi. Allora anche per noi educatrici è tempo di fatica. Spesso il silenzio rispettoso e l’attesa sono l’aiuto più efficace, altre volte serve il dialogo per incoraggiare alla fiducia e alla speranza. A volte, di fronte all’invito ad un impegno personale prima e a credere anche nell’aiuto della Divina Provvidenza rimangono perplesse e incredule. Si ricredono quando, pian piano, riescono a “trovare il filo giusto della matassa intricata” e quando tutte le difficoltà iniziano a trovare una soluzione positiva.

Quante esperienze in proposito potremmo raccontare!

Indicativo il caso di Luisa. Questa mamma si stava preparando, assieme alla sua bimba, ad uscire dalla comunità per iniziare una vita autonoma. Pur avendo un lavoro, i suoi risparmi non le permettevano di affrontare le prime spese per prendere in affitto un appartamento. Questo problema la rendeva molto ansiosa e, di fronte al nostro invito di stare serena perché Qualcuno sicuramente pensava anche a lei, sorrideva incredula dicendo che il Signore non “fa scendere i soldi dal cielo”. Un giorno durante il pranzo, mentre ripeteva con convinzione questo ritornello, avvenne che una persona la chiamasse al telefono. L’espressione del volto di Luisa cambiò sotto i nostri occhi e si riempì di stupore. Si sentì comunicare la decisione di questa persona di farle arrivare un dono consistente non in oggetti ma in un assegno la cui cifra corrispondeva esattamente a quanto le era necessario per firmare il contratto di affitto. Lo comunicò a tutte quasi con timore. Poi, commossa, vide in questo un concreto segno della Provvidenza che, quel giorno, aveva pensato davvero a lei.

E quanti altri segni della Provvidenza potremmo raccontare!

Possiamo perciò ripetere che, per noi consacrate, vivere a Casa Mater Dei è un continuo lasciarsi educare dal Dio della Vita, un continuo “ricevere” per poter “servire” la vita, gustando nel profondo e con gioia il dono inestimabile della maternità spirituale e toccando con mano quanto il Carisma lasciatoci dal fondatore il Beato Luigi Caburlotto sia attuale oggi “Se salverete una giovane donna salverete un’intera famiglia”.



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